Pubblicato da: carlas73 | 21 febbraio 2013

Rispettare i figli

Alcune volte succede che ci si attarda davanti alla scuola per delle chiacchiere tra mamme e la situazione spesso fa scaturire considerazioni e riflessioni alle mamme che più si domandano intorno a sé, ed ai loro metodi: quelle mamme che si interrogano se siano brave mamme, se possano migliorare e quanto, quelle che subiscono i sensi di colpa e si sentono spesso inadeguate ed imperfette.
Stamattina era una di quelle mattine, e l’argomento ricade nell’ambito del rispetto dovuto ai figli di qualsiasi età: almeno, io lo faccio ricadere in quell’ambito, poiché per me tacere delle cose importanti ai figli o peggio mentire su determinati argomenti significa non rispettarli, non rispettare la loro intelligenza e sensibilità. E poco importa che la ragione di fondo sia per i relativi genitori che dire determinate cose significherebbe far preoccupare di più i figli, “perché i bambini sono ansiosi”: ritengo che i figli sono ansiosi se i genitori li rendono tali, perché più di qualsiasi altra cosa spaventa l’ignoto, il non sapere le cose e proprio il nostro comportamento omertoso scatena le loro paure.
Ma sono io strana perché racconto tutto ai miei figli? dall’operazione del nano ed i suoi problemi, all’operazione che ho dovuto subire io alla schiena allontanata per motivi di forza maggiore da casa per due mesi, fino all’adozione ed ai motivi che hanno necessitato l’arrivo di una sorellina “di cuore” e non una “di pancia”. Non so, avrei forse dovuto tacere, dovrei forse tacere la malattia che colpisce il nonno materno, o quella che ha portato via l’altra nonna paterna perché così potessero essere più sereni? se mi dovesse succedere qualcosa, se dovessi essere sottoposta ad un intervento più o meno importante, dovrei prepararli alla mia assenza, alle mie cure, alle mie cicatrici oppure dovrei fargli subire l’atmosfera pesante senza spiegazioni, cercando a parole che non rifletteranno certo l’umore di smorzare e sminuire la cosa?

D’altronde, mi sono anche spesso ritrovata commentata, dagli stessi familiari, perché trattavo il nano come un adulto, parlandogli come se lo fosse: lo faccio adesso che ha 7 anni, ma lo facevo già quando aveva 6 mesi e tentavo di inculcargli la necessità di non toccare le chiavi dei mobili, lo faccio con la gnoma che è in fase di crescita ed a due anni e mezzo è stata sbattuta in un altro universo, con un’altra lingua, con altri modelli familiari. Sempre, costantemente: loro hanno intelligenza, sensibilità che spesso sono superiori alle nostre perché più elastici e con meno sovrastrutture, perché limitarli ad un ruolo quasi di bambolotti? a subire le nostre decisioni e gli avvenimenti della vita, senza dargliene contezza e certezza nella spiegazione? Non sono d’accordo e la crescita e maturità di mio figlio stesso me ne danno ragione: affronta i suoi malanni, le terapie continue, gli esami più o meno invasivi, agocannule e lavaggi con un’estrema serenità e tranquillità, tutte queste cose fanno quasi più male a noi che li vediamo ed assistiamo dall’esterno che a lui che li subisce. Ed adesso che abbiamo il dubbio di un possibile nuovo intervento: dovrei tacerglielo perché non so se si verificherà, aspettando il ricovero d’urgenza e magari fargli digerire la notizia in mezza giornata o comunicargli adesso la possibilità, dandogli la possibilità di elaborare i pro, i contro, la certezza che i genitori sono consapevoli e cercano di avere la situazione sotto controllo, la serenità di sapere che se succede è per la sua salute e che ci avrà sempre vicini interessati e finalizzati a migliorare sempre di più la qualità della sua vita.

Non lo faccio per scaricarmi da responsabilità o sensi di colpa, lo faccio perché penso che sia mio dovere dargli gli strumenti emotivi e psicologici per poter affrontare tutti gli eventi della vita: quelli positivi che ci sorprendono e lasciano senza fiato, ma anche quelli negativi che ci potrebbero far soccombere nella tristezza, amarezza e rimpianti. Lo faccio perché i miei figli meritano il mio rispetto altrimenti non impareranno a darlo agli altri, della mia sincerità per capire che non bisogna mentire, del mio aiuto a capire per afferrare la bellezza della vita che affrontiamo ogni giorno.


Risposte

  1. mi spiace,forse non mi sono spiegata…io ho provato a spiegare all’ altra bimba che ho che ha due anni ,che il piccolo nn sta bene e ha bisogno di cure,risultato: non dormiva la notte,si agitava ,aveva gli incubi,lei e’ molto sensibile….in questo caso forse era meglio girarci intorno alla verita’ e spiegare certe cose a tempo debito. Io sono la prima ad odiare le bugie ,ho affrontato una separazione perche’ stavo con un uomo che mentiva,ma in certi casi ,bisogna andarci con i piedi di piombo ,perche’ un bimbo troppo sensibile potrebbe demoralizzarsi ulteriormente davanti a certe verita’,non siamo tutti uguali e dobbiamo essere in grado di capire se a chi abbiamo davanti una brutta verita’ puo’ nuocere o far bene:

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    • Ciao Mia, e quindi come hai risolto con la tua bimba? sei tornata indietro sui tuoi passi o hai cercato di spiegarle meglio e rassicurarla? sfortunatamente, credo a due anni comunque si abbia bisogno di rassicurazioni, di spiegarzioni ripetute e assorbimento lento nel tempo: non hanno la nostra stessa capacità di astrazione, hanno bisogno di toccare con mano quel che va e quel che non va, ma soprattutto che a loro non gli cambi nulla o quasi. Si tratta di un lavoro bello lungo che ci tocca, ma i risultati credo siano utili e duraturi nel tempo.

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      • Con la piccola non ne ho piu’ parlato e dopo circa due settimane di incubi e urla nel sonno penso se ne sia dimenticata,per ora non ho intenzione di riaprire il discorso,sicuramente quando la riterro’ in grado di capire senza rimanerne traumatizzata la rendero’ partecipe.
        Oggi ho fatto la visita per la legge 104,e’ andata bene,non so ancora per quanto e’ stata concessa perche’ ci hanno fatto il provvisorio…non so se staro’ a casa in modo continuativo o se riprendere il lavoro e fare i 3 giorni al mese…non vorrei averne bisogno piu’ avanti…e’ questo il brutto di questa patologia…non mi fa mai abbassare la guardia….e’ logorante…non puoi mettere la parola fine!

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        • Almeno si è risolta in modo positivo per ora la sua e la vostra insofferenza!
          Per la 104 ti ricordo solo che fino ai 3 anni hai diritto alle 2 ore al giorno anche durante il periodo in cui è concesso l’allattamento: il piccolo immagino abbia meno dell’anno, quindi potresti addirittura stare a casa 4 ore al giorno quando riprendi a lavorare se hai il tempo pieno, e poi superato l’anno del bambino sono sempre due ore al giorno fino ai 3 anni.

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          • Ciao,non so se hanno cambiato ultimamente ,ma le 2 ore non si possono sommare all’allattamento,si possono utilizzare finito il periodo dell allattamento fino ai 3 anni.oppure si puo’ stare a casa 3 giorni al mese o richiedere il prolungamento dell’astensione facoltativa fino a 3 anni(pagati pero’ al 30 % )oppure chiedere congedo straordinario di 2 anni ,anche frazionato(pagato al 100%).Tutto questo dopo 3 ore di coda all’inps!!!!
            Stamattina abbiami fatto anche esame della zinchemia per capire come mai il piccolo ha sempre culetto rosso che sanguina e con bolle.non so piu’ cosa fare e non lo sanno neanche i dottori!!AHiìIME!!!!!

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            • Ho sbagliato io, mi ricordavo quando avevo fatto il post relativo di aver letto da qualche parte che fossero sommabili, adesso rileggendo sul sito dell’INPS è specificato solo se sono figli diversi. Per il sanguinamento, non credo che ci siano esami che tengano: a Claudio è passato dopo circa due anni dall’operazione, nel senso che non sanguinava più ma era sempre irritato con il sederino rosso, questo fino ai 4-5 anni, quando le scariche si sono ridotte a 2-3 al giorno. Bisogna provare mille creme, mille trattamenti diversi, e pazienza infinita: ho scritto qualche post e svariate risposte su questo argomento, neanche dermatologi o altri medici ancora possono dare la soluzione unica e generalizzata, sfortunatamente.

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              • Ma il sederino aveva dei puntini rossi ?perche’ sembra candida e tra l altro mettendo una pomata contro la candida il culetto diventa bello rosa,appena smetto ricomincia,ma nn posso mettere quella crema in eterno (si chiama azolmen) e poi abbiamo fatto gli esami e non ha la candida!e’ un mistero!

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                • Con la quantità e la qualità delle evacuazioni che hanno i primi anni dopo l’operazione è normale che abbiamo anche tutto e di più: io usavo il Canesten e la Fitostimoline ginecologiche, un paio di anni fa ha avuto delle ragadi ed ho cominciato ad utilizzare la Vea Lipogel che continuo ad applicargli quando lo vedo arrossato. E poi ho usato mille creme e rimedi di qualsiasi tipo e genere: ho fatto ben poche analisi e controlli, perchè con le feci acide ed il pannolino ci avevano avvertito che il sederino “da scimmia” sarebbe durato parecchio, anche oltre lo svezzamento, come infatti è stato.

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  2. ciao a tutte, io in casa di figli che hanno percorso la via dell’hirschprung ne ho due. La piu’ grande ha 14 anni, il secondo ne ha 11. Noi genitori siamo sempre stati molto chiari con loro, hanno sempre avuto risposte comprensibili e sincere alle loro domande. Noi pensiamo che questi ragazzi siano un po’ speciali proprio per quello che hanno vissuto. in realta’ sono diversi fra loro come modalita’ di affrontare le loro difficolta’ e le soferenze, ma il relazionarsi con noi in modo trasparente li ha certamente aiutati a conoscere la battaglia che stavano combattendo.

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    • Grazie Chiara del tuo commento e della tua testimonianza su quest’argomento. Spero che vorrai raccontarci anche qualcosa di più sull’evolversi ed il crescere dei tuoi figli, magari dando qualche suggerimento a cui noi qui ancora non abbiamo pensato, relativamente alle tante problematiche che avete affrontato e che molte di noi devono ancora devono affrontare e/o risolvere.

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    • ciao ,se hai voglia di raccontare la tua esperienza ,mi sarebbe veramente d aiuto,visto che non ho idea di cosa mi aspetta nel tempo….grazie

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      • sicuramente tornero’ su questo spazio con piu’ calma, capisco che quando ci sei dentro sembra che non passi piu’, ma poi invece passa, i ragazzi crescono e possono giocarsi le loro carte come e forse piu’ dei loro coetanei, e questo e’ veramente un dono.
        la mia esperienza è sicuramente a vostra disposizione, anche se non vi nascondo che ripercorrere anche solo con il pensiero quelle giornate ancora oggi è emotivamente impegnativo

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  3. Ciao Carla,sono daccordo con te,la verità sempre,ovviamente a loro misura ma sempre il vero !!!! Credo che solo così riescano a “sopportare”al meglio ogni peso e a capirci in pieno quando il nostro sorriso fa,nostro malgrado,trasparire qualche tristezza…Un bacio

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  4. Ciao Carla,io penso che a volte puoi dire tutta la verita’ ,altre devi girarci attorno,fa meno male,dipende tanto anche dal carattere del bimbo.
    Ti rinnovo i complimenti per il sito,molto utile per confrontarsi e ne approfitto per fare i complimenti a te e tutte le mamme che stanno affrontando questa maledetta patologia ,che a me sta piano piano snervando…sara’ che ci sono dentro solo da sei mesi ,ma tra le notti in bianco(tutte) e il piccolo che soffre sempre sono proprio demoralizzata .

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    • Ciao Mia, scusa ma se ritieni che si può tacere la verità ad un figlio, non sono d’accordo con te: io penso che la verità è una ed in quanto tale non fa male o bene, la reazione alla verità dipende dalla singola persona, e visto che sono un genitore e mi sento il dovere di educare i miei figli, gli devo mostrare la verità con il linguaggio e gli strumenti più adatti all’età ed alle specificità di ciascun bambino. Per qualsiasi messaggio che voglio passargli devo adeguare gli strumenti della comunicazione all’interlocutore, ma il risultato finale dev’essere che i miei figli sappiano e riconoscano la verità, la sappiano affrontare ed elaborare, ed è inutile mostrargli che sono invincibile perchè non lo sono ed in questo modo gli insegno che si può anche soffrire e piangere, ma che ci sarà sempre qualcuno accanto a loro per consolarli.
      Così è come io la penso, e per ora sta avendo i suoi frutti: tra trenta, quarant’anni starà a loro dirmi se ho sbagliato e gli avrei dovuto tacere o modificare la verità.

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